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Friday, 06 November 2015 15:50

VERONA ANCORA UNA VOLTA "CITTA' DEL JAZZ" Featured

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Si è conclusa la rassegna musicale interamente dedicata al jazz, organizzata dal Comune di Verona e ospitata dal Teatro Camploy, il cui palcoscenico è divenuto luogo di rievocazione dei ritmi e degli ambienti blues, swing e jazz delle Big Band americane.

Protagoniste della serata la Big-band Ritmo-sinfonica “Città di Verona”, diretta da Marco Pasetto, e la JazzSet Orchestra, diretta da Marco Ledri, schierate assieme sul palco e presentate da Anna Buniotto: la sensazione, al vedere raccolto nello stesso evento un così grande numero di strumentisti, è subito quella di essere di fronte ad uno spettacolo eccezionale a cui non si è più abituati.

Le due band si sono alternate nell’esecuzione di brani che hanno scritto la storia del jazz a partire dagli anni ’30 e ’40, miscelandoli sapientemente con pezzi ri-arrangiati e nuove composizioni contemporanee, come ad esempio “Cedar House Blues”, nata a Villa dei Cedri a Colà di Lazise nel 2000, scritta da Paolo Birro, Marco Pasetto e Guido Torelli durante una registrazione con la cantante jazz/gospel Cheryl Porter.

La JazzSet Orchestra ha voluto proporre dal suo repertorio quei classici inconfondibili dell’America degli anni ’40 e dell’era del proibizionismo, come Chattanooga Choo Choo o Little Brown Jug (il “piccolo boccale marrone di birra”) di Harry Warren e Glenn Miller, spostandosi poi in Italia con le canzoni di Gorni Kramer, diffuse dalla Tv degli anni ’50 ed entrate nella tradizione popolare italiana, come “Soldi soldi soldi” o “Pippo non lo sa”, interpretate dalla voce di Rossana D’Auria.

Dall’altra parte la Big-band Ritmo-Sinfonica si è confrontata con un programma che ha esplorato le varie sfumature del blues, come “Blue Train” di John Coltrane, rielaborato in chiave latin jazz come “All Blues” di  Miles Davis (arrangiato da Giordano Bruno Tedeschi), fino ad arrivare al trascinante funky di “Tank!”, scritta dalla giapponese Yoko Kanno, colonna sonora per la serie d’animazione Cowboy Bebop nel 1998.

Un equilibrio irresistibile di suoni, sfociati poi in un gran finale dove le orchestre hanno suonato assieme “Blues for my sleeping baby” di Roberto Magris e regalando al pubblico una straordinaria esecuzione di “In the mood” di Glenn Millerdel brano legato all’arrivo delle truppe americane in Italia, durante il secondo conflitto mondiale.

Una serata di forte impatto sul pubblico, grazie al sound blues/jazz proposto dalle band in una atmosfera non solo elegante ma soprattutto divertente, resa ancor più viva dalle coreografie dei ballerini della Tap4Season.

 La scaletta della serata:

-        Pennsylvania 6-5000 (Gray-Sigman, Miller, 1940)

-        American Patrol (Gray, 1941)

-        Cedar House Blues (Birro, Pasetto, Torelli, 2000)

-        Tank! (Kanno, 1998)

-        Chattanooga Choo Choo (Warren, 1941)

-        Little Brown Jug (Miller, 1939)

-            Elegy for a duck (Nelson, 1966)

-        Blue Train (Coltrane, 1958, arrangiamento scritto da Davide Vincenzi)

-        All of me (Seymour, 1931)

-        Carioca (Youmans, 1933)

-        Summertime (Gershwin, 1935, riscritta da Ambrogio de Palma su versione di Davis)

-        The Chicken (Ellis, fine anni ’70, arrangiamento Federico Benedetti)

-        Soldi soldi soldi (Kramer, ’50)

-        Pippo non lo sa (Kramer, Panzeri, 1939)

-        All Blues (Davis, 1959, arrangiamento Giordano Bruno Tedeschi)

-            Blues for my sleeping baby (Roberto Magris)

-            In the mood (Miller, 1939)

Read 13285 times Last modified on Thursday, 12 November 2015 12:35
Laura Montagnani, Verona

Laureata in Lettere e aspirante tuttologa, mi appassionano la dialettica e i forti contrasti: l’elitario e il popolare, la tradizione e il progresso, i racconti umoristici e i romanzi russi. Sono sempre molto interessata all’attualità e ai fenomeni di costume di una società in continuo movimento. Credo infatti che nelle espressioni culturali (e non) del mondo in cui viviamo, sia possibile ritrovare di noi stessi, in modo a volte sorprendente. 

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