GRANDE SLAM SB20 AL CIRCOLO VELA TORBOLE | RADIO GARDA MEDIAPARTNER
Straordinario successo della vela mondiale sul Lago di Garda. Concluso il campionato mondiale SB20 al Circolo Vela Torbole in collaborazione con Radio Garda Fm e GardaTv
Il 10 luglio 2015 si è concluso il Campionato Mondiale SB20 svoltosi sul Lago di Garda e ospitato dal Circolo Vela Torbole,
L’evento velico più atteso dell’anno ha visto la straordinaria partecipazione di ben 100 equipaggi e la vittoria dell’equipaggio francese, portato in acqua dal giovane Robin Follin insieme a Marine Boudot e Michele Emeric.
I nuovi campioni del mondo della categoria SB20, si sono distinti per abilità e tenacia, dopo 14 combattutissime gare, piene di colpi di scena e sfide all’ultima vela.
A 10 punti di distanza e secondo l’ucraino Lukas Rodion, già medaglia olimpica, mentre al terzo posto Robert Jeggreys l’australiano che ha sfidato sino all’ultimo Roger Hudson, il fortissimo sudafricano, rimasto in testa diverse tornate.
Primo tra gli italiani Il nostro Gian Matteo Paulin, arrivato sesto in barca con l’olimpico australiano Ian Ainslie, mentre per la categoria Silver, i secondi 50, si è distinto il russo Vladislaav Ivanosky
Radio Garda Fm in qualità di mediapartner ha seguito l’evento informando i sui ascoltatori anche sui suoi social networks (Facebook, Twitter, Google+, Instagram, Pinterest) con selfie, minifilmati e una serie di videointerviste, che verranno ritrasmesse nei prossimi giorni da Garda Tv, La Tv Digitale del Lago di Garda, fiore all’occhiello del Gruppo Garda Viva!,capitanato dall’editore Emanuele Scatarzi
Radio Garda Fm “La Prima Radio del Lago di Garda ” ringrazia la straordinaria organizzazione del Circolo Vela Torbole e il suo presidente Gianfranco Tonelli,per aver portato sul Lago di Garda una manifestazione così importante per la vela mondiale
EQUAVERONA ALL'EX ARSENALE
“Così oggi noi siamo chiamati a non accontentarci di "vivere accanto" dobbiamo saper vivere insieme. L'esistenza di ognuno di noi trova senso nella condivisione, nella corresponsabilità e nell'incontro con l'altro”.
Questa frase tratta dal libro "Il morso del più. Incontri con Luigi Ciotti" di Massimo Orlandi, racchiude in sé la forza dell’essere rete, principio che sta alla base di “EquaVerona”, manifestazione che si è tenuta tra il 16 e il 18 ottobre all’ex Arsenale di Verona.
È stata una vera festa delle interazioni solidali che ha visto la partecipazione di più di 140 volontari e una lunga lista di associazioni e di realtà dell’economia solidale del veronese. Un’economia alternativa che sta prendendo piede nella vita quotidiana di tutti noi e che va a tutelare il piccolo produttore sia locale che dei paesi del sud del mondo.
A dimostrazione di questo, accanto ai prodotti del circuito del commercio equo e solidale con “Altromercato”, marchio ormai conosciuto e distribuito anche nei grandi ipermercati, si sono potuti trovare i frutti delle nostre terre a km zero, Dop e di agricoltura biologica provenienti dai presidi Slow Food.
Tali prodotti non solo si sono potuti acquistare ma anche assaggiare grazie alla cucina dello chef Davide Piva, del ristorante “Le muse”, che li ha rielaborati offrendoli ai commensali.
Non solo di cibo si è parlato in questi tre giorni. Sabato pomeriggio si è tenuta infatti una sfilata danzante di moda, un momento di arte e di bellezza che ha visto come protagonisti i vestiti di Altromercato, del Progetto Quid e dell’Ass. D-Hub Atelier di riuso creativo.
Se di festa si parla non può mancare la musica! Tutte e tre le serate sono state allietate dalle performance di tre diversi gruppi musicali che nella loro diversità hanno ricordato la bellezza della multiculturalità e delle radici della nostra terra.
Questi sono solo alcuni deli appuntamenti che hanno caratterizzato la manifestazione ma molti altri erano in programma e hanno potuto intrattenere grandi e bambini in un contesto di amicizia, incontro e condivisione. Non vediamo l’ora di partecipare ad altre iniziative come questa!
"L'OMBRETA DE VIN" A HOSTERIA VERONA
"Mario dame un'ombreta de vin" e Mario arrivava con il bicchiere e lo riempiva del vino sfuso della casa. Non c'era da scegliere l'etichetta ma solo se rosso o bianco.
Questo risveglia la memoria dell' osteria, con i tavolini di legno sui quali i giocatori di carte picchiavano spesso i pugni, arrabbiati, magari un pochino alticci, perchè le ombre de vin che si bevevano erano più di una.
Così la manifestazione di Hostaria Verona, svoltasi dal 16 al 18 ottobre, lungo un percorso studiato per le vie del centro di Verona, ha voluto rievocare la convivialità ed il piacere di sorseggiare del buon vino, chiaccherando e passeggiando per il centro di Verona. Tre giorni nei quali la città scaligera si è trasformata in un' osteria a cielo aperto.
Più di 300 vini proposti da un'ottantina di cantine veronesi, che hanno aderito alla manifestazione, facendo conoscere i propri prodotti provenienti dalle eccellenze delle zone di produzione del Custoza, del Lugana, del Soave, del Valpolicella, del Bardolino, del Durello.
Piccoli stand dislocati lungo un percorso di tre chilometri, nei quali oltre che sorseggiare il vino si è potuto dialogare con l'operatore per conoscere e magari avvicinarsi alla cultura del vino, alla passione di veder maturare un frutto per poi berne il nettare.
Il vino non si inventa...... una vecchia storia racconta che un uomo sul letto di morte, volle i figli attorno a sé per svelare loro un segreto: "ricordate figlioli che il vino si fa anche con l'uva".
Al Festival del vino di Verona hanno aderito anche una cinquantina di esercizi pubblici del centro storico, che per l'occasione hanno preparato menù ad hoc, oltre alla presenza in Piazza Brà, Piazza delle Erbe e Arsenale di Hostarie gastronomiche dove si è potuto assaporare piatti tipici scaligeri.
In Piazza San Zeno, si è dato vita "all' Hosteria degli ospiti" con stand di cantine delle Colline Moreniche del Garda e Terre Verdiane, dove si è potuto degustare i vini tipici fra i quali il Lambrusco e la Malvasia, oltre a specialità gastronomiche dei territori.
Una volta era usanza festeggiare la vendemmia e Hostaria, è stata proprio come una grande festa. Un'opportunità per mantenere aperto un dialogo e di confronto nel quale il vino ha fatto da trait d'union.
Un plauso all'organizzazione di Hostaria Verona che ha saputo gestire con cura un afflusso di persone non indifferente, oltre a tutti coloro che hanno collaborato per mantenere la pulizia e la sicurezza durante i tre giorni di manifestazione. Che dire: “bravi”
IL MOOD DI ABITARE IL TEMPO AL MARMOMACC 2015
Anche quest'anno la Fiera di Verona ha ospitato dal 30 settembre al 3 ottobre il “Marmomacc”, fiera internazionale del settore marmo lapideo, una delle eccellenze del made Italy, giunta alla sua cinquantesima edizione.
Una signora di mezza età che sa guardare al futuro, pronta al rinnovamento e che soprattutto sa scommettere sul futuro. Il principio è il mercato globale, anche i paesi emergenti nel settore hanno acquisito oramai un loro spazio.
La parola marmo deriva dal greco antico e significa "pietra splendente"; è una roccia "metamorfica" e potremmo dire che è il risultato grezzo di un divenire continuo lavorato dall'uomo.
Il marmo parla e trasmette, questa è la capacità manifatturiera dell'uomo che interpreta. Questo è ciò che si è potuto ammirare girando fra i padiglioni della fiera. Marmo lavorato, intagliato, piegato, soggiogato da esperte maestranze, assemblato in forme artistiche.
In contemporanea alla 50^ edizione di “Marmomacc”, per il secondo anno, presso il Palaexpo della Fiera di Verona, si è tenuto “Abitare il tempo” salone rivolto agli operatori dell'interior design e del contract. Un'occasione per i produttori di arredo di promuovere materiali innovativi e design di interni.
Si passeggia fra gli stand, la mano che sfiora il piano di un mobile, lo sguardo che coglie il profilo di un tavolo, la curiosità di un tessuto innovativo e la bellezza di un vetro lavorato.
Tra le novità di questa edizione di Abitare il Tempo, Living Under 20, stand tematici dedicati ai giovani, non solo di oggi ma anche di domani. Progetti di arredo attenti alle esigenze e alle passioni dei giovani.
Un successo per entrambe le manifestazioni, che hanno visto nel made in Italy un eccellente padrone di casa
I NOTTURNI DEL VITTORIALE “MEMENTO AUDERE SEMPER”
Con Notturno d’Autore il Vittoriale degli Italiani ha aperto le sue porte dalla ore 21 alle 23 offrendo l’opportunità di visitare le stanze, note e meno note, della Prioria, la casa di Gabriele D’Annunzio.
Soltanto tre date concesse per le visite crepuscolari, il 25 luglio, 22 agosto e a finire il 05 settembre, due turni con inizio alle ore 21. Nel primo turno di visita una guida di eccezione: Giordano Bruno Guerri, presidente della fondazione il Vittoriale degli Italiani.
Gabriele D’Annunzio, un uomo di oggi, di ieri, di domani,non è in casa ma ha lasciato le chiavi per la visita, questa è l’atmosfera che si respira muovendosi da una stanza all’altra.
Reduce dall’impresa di Fiume, D’Annunzio cerca una casa fuori dal caos; scrive a De Ambris, suo compagno nell’impresa fiumana: « Sono avido di silenzio dopo tanto rumore, e di pace dopo tanta guerra ».
Il respiro di D’Annunzio sembra impregnare ogni singolo oggetto, studiato nella sua allocazione, per destare nello sguardo del visitatore la curiosità di cercare oltre.
Sicuramente un luogo plasmato sul suo proprietario, defilato ma al centro dell'attenzione, lussurioso, spudoratamente provocatorio negli intenti e nei risultati, irriverente per le altrui esigenze.
Una casa che parla e racconta, un libro nel libro... magari se ci si siede e si aspetta prima o poi arriva...
Fin dall'entrata si capisce che non è un luogo comune, sette gradini cheportano a un pianerottolo con due porte poste una di fronte all'altra, che conducono entrambe a due “stanze” d’attesa, con significati contrapposti: l’Oratorio Dalmata (a sinistra) per gli ospiti graditi e la Stanza del Mascheraio (a destra) per gli ospiti indesiderati. Questa stanza prende il nome da una frase incorniciata sopra allo specchio ivi presente e che cita “ Teco porti lo specchio di Narciso? / Questo è piombato vetro, o mascheraio. / Aggiusta le tue maschere al tuo viso / Ma pensa che sei vetro contro acciaio”
E poi a seguire la “Stanza della Musica, del Mappamondo e della Zambracca dove D'annunzio morì per emorragia cerebrale il primo marzo del 1938, la stanza da letto o “stanza della Leda”con un incipit sullo stipite della porta “Genio et voluptati” (Al genio e al piacere), la Stanza del Lebbroso, dedicata alla meditazione, con un letto, detto ‘delle due età’ perché ‘quasi culla e quasi bara;dove la salma del poeta fu collocata per le esequie private.
E così si arriva alla “Stanza dello scrittoio del monco”e se si osserva si può ancora vedere un'immagine: ecco D'Annunzio con il tagliacarte aprire una lettera... parole di donna, un leggero sorriso e poi? Poi fastidio, una busta neanche aperta gettata sul pavimento, “non è degna!”.
Una casa che è un invito ad osare sempre, alla ricerca del piacere assoluto, l'uomo per l'uomo, lo star bene all'ennesima potenza, non un bene comune ma l'edonismo lasciato a testimone dall'uomo D'annunzio.
A conclusione della visita un brindisi nei loggiati della Prioria.
Un plauso alla straordinaria organizzazione e all'iniziativa: “Eja, Eja, Eja, Alalà!”
LA “QUADRATURA DEL CERCHIO” DEL CLAUDIO FILIPPINI TRIO
L'edizione numero quindici del Garda Jazz Festival ha avuto come obiettivo quello di “enfatizzare l'idea del bisogno di musica per stare meglio con se stessi, per stare bene anche con gli altri” ed è ciò che è accaduto a Riva del Garda al Du Lac et Du Parc Grand Resort, ascoltando la musica del Claudio Filippini trio.
“Squaring the circle” è il titolo dell'ultimo album pubblicato dal pianista abruzzese, classe 1982, uscito per la Cam Jazz a maggio di quest'anno, festeggiando così i 10 anni del sodalizio artistico con la sua formazione, composta da Luca Bulgarelli al contrabassoe Marcello di Leonardo alla batteria.
In questo album il “trio Filippini” ha voluto reinterpretare i classici del songbook americano, donando loro nuova linfa, in alcuni casi stravolgendone l'armonia e in altri arricchendoli con dell'elettronica.
L'evidente intesa dei musicisti sul palco era palpabile, il trio ha sapientemente giocato con i brani della scaletta proponendo variazioni, virtuosismi e assoli, che hanno strappato più di un applauso.
Il brano di apertura “Impressions” (J.Coltrane), nel quale Filippini ha voluto inserire una citazione a “My favorite things” (J.Coltrane), ha fatto capire da subito al pubblico in sala, che il jazz è soprattutto anima e sensazioni.
Gli altri brani, tratti dall'ultimo album, sono scivolati in una atmosfera magica come “Round Midnight” (B. Hanighen – T. Monk – C. Williams), “Stolen Moments” (O. Nelson),”Jitterburg Waltz “ (F. Waller) e da composizioni dello stesso Claudio Filippini:“Landscape” - album “Facing North” (Cam Jazz/Gennaio 2013); e “Il Fiore purpureo”, “Coralli”, “The beast instinct” - album “Enchanted Garden” (Cam Jazz/Settembre 2011)
Il bis non poteva mancare con la bellissima “Flying horses” sempre tratta dall.album “Enchanted Garden” del 2011.
Una serata che ha lasciato il pubblico con le emozioni profonde che solo la musica dei grandi artisti sa dare.
NOTTI MAGICHE A CAMPO - GINO PAOLI E DANILO REA - MOSAIKA ORCHESTRA
Ogni anno a San Lorenzo rivivono le "Notti magiche a Campo", serate musicali che aggiungono magia alla magia di un borgo antico e di un periodo già di per sé incantati.
Organizzata con dedizione e successo dal CTG, Centro turistico giovanile di Brenzone, la rassegna ha proposto ieri sera l'emozionante spettacolo di Gino Paoli e Danilo Rea, dal nome "Due come noi che...". - ...Che amano la musica, una delle arti che più emozionano - introduce Paoli spiegando quei puntini di sospensione, per poi raccogliere nello stesso sentimento il pubblico dell'anfiteatro naturale, con ventun brani scelti tra i suoi classici e altri capolavori della canzone popolare, riarrangiati nello spirito jazz e della musica leggera.
Una musica "senza fronzoli, senza proiezioni", come la vive Paoli, quasi immobile sul palco, la sigaretta tra le dita, lo sguardo serio quasi imbronciato: è un poeta, la cui forza sta nell'intima interpretazione e asciutta teatralità.
Questa sera seconda "notte magica": allieterà la veglia alle stelle cadenti l'orchestra Mosaika, ensemble di 30 e più elementi di origine, lingua e cultura diverse, diretto dalle sapienti mani dei maestri Marco Pasetto e Tommaso Castiglioni. Il progetto musicale presenterà brani e sonorità dal Mondo, provando come l'integrazione tra culture possa essere non solo concretamente possibile ma anche generatrice di arte e bellezza.
Inizio concerto alle 21:30. Per arrivare si sale a piedi per una ventina di minuti lasciando l'auto a Brenzone. All'arrivo a Campo, vi accoglierà l'organizzazione con la biglietteria e stand gastronomici. Si consigliano abbigliamento e scarpe sportive, munirsi di torcia e di qualcosa per sedersi sull'erba.
Come dice Gino Paoli, la Poesia, prima che un testo scritto o una canzone, è un modo di vedere le cose. Salire a Campo, sulla pendice del Baldo immersi tra gli ulivi mentre il cielo imbrunisce sul Garda, è senz'altro una via privilegiata per incontrarla.
Informazioni e contatti: Associazione Pro Loco Per Brenzone 045.7420076
Scaletta “Due come noi che”:
Una furtiva lagrima
Time after time (Lucky to be loving you)
O Sole mio
Sapore di Sale
Un addio
Io che amo solo te
-Medley pianistico-
Vedrai vedrai
Il nostro concerto
La gatta
Fingere di te
Che cosa c'è
Letra de como fue
Sassi
Que reste t'il de nos amours
Vivere ancora
Albergo a ore
Reginella
Il cielo in una stanza
Bis:
Una lunga storia d'amore
Senza fine
Ti lascio una canzone
IL SUONO DI ARTO LINDSAY AL VITTORIALE
Penultimo appuntamento al Vittoriale di Gardone Riviera del ciclo “Tener-a-mente 2015” spin off “Tener-a-mente oltre” è stato dedicato ad Arto Lindsay.
Teatro dell’evento il Laghetto delle danze, chiuso al pubblico per decenni e riaperto nel marzo 2013. Nel laghetto, a forma di violino, confluiscono due torrenti, battezzati dallo stesso D'Annunzio "dell'Acqua Pazza" e "dell'Acqua Savia". Ambient sicuramente adatto alle sonorità ed alla musica di questo musicista, creativo e provocatore e oltre modo non definibile come genere.
E’ arrivato solitario con la sua chitarra, ha attaccato un jack, ha preso dal suo zainetto lo spartito, lo ha posizionato su cavalletto e poi vai….. ci si aspettava mettesse anche il cappello davanti o la custodia della chitarra aperta, come i suonatori che si incontrano nelle metrò, tanta la semplicità nel porsi al pubblico.
Il suo stile sulle corde “atonale” ha prodotto riverberi sull’acqua del laghetto che hanno dato un ordine a ciò che veniva eseguito, a ricordarci che la natura certamente ha le idee più chiare dell’uomo.
Arto Lindsay aveva freddo, l’ha detto in italiano. Quasi stupito dei bravo di alcuni del pubblico, pochi applausi quasi a far capire che forse non a tutti è dato di capire, defezioni fin quasi dalle prime battute …. il suo obiettivo era provocare e ci è riuscito in parte…forse.
Nota di colore di tutta la serata l’inedita versione della poltrona Proust proposta dell’arch.Alessandro Mendini, testimonial d’eccezione dell’evento “D’Annunzio e i Giardini di Pan”(Vittoriale degli Italiani, fino al 31 ottobre 2015) e realizzata da Magis, per l’occasione nel color violato, inventato proprio da D’Annunzio, una sorta di “colore ibrido” tra il rosa e il viola. E pensare che la leggenda vuole che quando D’annunzio e Proust si incontrarono non nacque alcuna simpatia per l’altro.
Che dire, serata dalla gradevole temperatura, scenario ed organizzazione straordinari.
LES BALLETS JAZZ DE MONTREAL
Arriva a Verona come una primavera Les Ballets Jazz de Montréal, come un vento fresco che il linguaggio del corpo attende, ormai libero dalla grammatica del proprio peso.
Les BJM - compagnia canadese di danza contemporanea e jazz - va in scena al Teatro Romano con uno spettacolo carico di eleganza, intima energia e fisicità dinamica, sulle musiche di Philip Glass, Paul Baillargeon (noto per le colonne sonore di Star Trek) e un iconico mix dal jazz a canzoni popolari israeliane. Nello spazio teatrale, che si riduce e si amplia come una lente, si sviluppano tre movimenti, tre coreografie firmate Cayetano Soto, Rodrigo Pederneiras, Barak Marshall.
ZERO IN ON è l'esordio delicato di due corpi lunghi pieni di grazia, che ci invitano ad afferrare quell'energia vitale che rende tutti liberi creatori del proprio destino: nella curva dei gesti, nelle mani che cercano, nella scoperta dello spazio in un tempo così breve da non esistere.
ROUGE è il battito tribale, la danza poderosa di una umanità primitiva, scandita dalla naturale forza di onde e tuoni, urla animali, che ci portano dentro a un respiro lungo come un mantra: ode alla capacità di ripresa, al vigore, alla resilienza.
HARRY è più teatro che danza, è la messa in scena della quotidianità che si ripete, nel desiderio di appartenenza, nell'identificazione dell'io, nella ricerca dell'amore: lo scoppio di un palloncino rosso, la morte di Harry, il suo funerale, l'arte di essere umani nell'avvicendarsi di romanticismo, onore, dissimulazione, stupidità... "Love is stupid" she said.
Tre movimenti che mostrano la meraviglia della vita, una straordinaria energia, la storia dell'uomo che è in tutti noi e il continuo imparare a riposizionare noi stessi, costante ricerca che caratterizza Les Ballets Jazz de Montreal "always on the move".
Un sabato sera in cui il pubblico si è lasciato trasportare da tutto questo, dalle mani che vibravano, dallo sfondo rosso senza fronzoli, dai corpi abitati da sensualità e potenza, che alla fine molti si saranno detti: "vorrei poter ballare".
MARIO BIONDI EMOZIONA IL VITTORIALE
In una calda serata d'estate, nello stesso incantevole scenario dove è stato girato il video del singolo “Love is a temple”, Mario Biondi regala al pubblico dell'Anfiteatro del Vittoriale, a Gardone Riviera, due ore di grande musica, accompagnato da un'orchestra di sei elementi con Alessandro Lugli alla batteria, Federico Malaman al basso, Massimo Greco alle tastiere, David Florio voce e chitarre, Marco Scipione al sax, Fabio Buonarota ai fiati. A chiudere il palco le gemelle Romina e MiriamLunari, le due vocalist, che con le loro coreografie, danno alla scena il giusto tocco di originalità.
Mario Biondi, vocalizza e cambia di tonalità, colora l'aria mossa da una leggera brezza, dando vita ad un jazz-funk caldo, passionale e profondo, muovendosi sul palco con grande disinvoltura.
L’artista presenta in questa tourné, iniziata il 5 maggio scorso, nuovo album di inediti dal titolo “Beyond”(Sony Music) uscito nella stessa data.
La scaletta della serata ripercorre tutta la migliore produzione discografica di Biondi, da “Handful of Soul a If”, passando per Duesino a Sun, senza dimenticare “Be Lonely”, “My Girl” dei Tempation e la straordinaria “Lowdown” di Boz Scaggs.
L’unico brano cantato in italiano è l’intenso “La voglia, la pazzia, l'idea”, scritta da Andrea Celestino, Diego Calcagno, Mario Ranno, Nerio Poggie poi oltre, appunto, “Beyond”.
Alla fine “The Voice” non lascia senza un bis il pubblico del “Vittoriale”, dedicandogli “This is what you are”, il brano che nel 2004 lo ha consacrato al grande pubblico, salutandolo subito dopo con una session a tempo di regge, scatenando una “processione ballante” sotto al palco dell’anfiteatro.
Un saluto reciproco in una serata nella quale il pubblico ha fatto sentire tutto il suo affetto per il grande artista