L'edizione 2019 del Festival della Bellezza -"L'Anima e le Forme" offre un cartellone ricco di appuntamenti, come l’esibizione del maestro Nicola Piovani nella suggestiva cornice del Teatro Romano di Verona accompagnato da una ensemble composta daMarina Cesari al sax/clarinetto, Pasquale Filastò al violoncello/chitarra, Ivan Gambini alla batteria/percussioni, Marco Loddo al contrabbasso, Rossano Baldini alle tastiere.
"La musica è pericolosa" è un viaggio nei ricordi, nelle sensazioni e nella frase pronunciata a suo tempo da Federico Fellini chesi ritrova il significato del concerto. E' lo stesso Piovani che spiega come debba essere intesa la frase nella sua eccezione positiva: una sensazione di spaesamento quasi adolescenziale simile al primo innamoramento.
Gli aneddoti legati alle celebri composizioni del maestro Piovani svelano lati poco conosciuti dei registi con cui ha lavorato, come: Federico Fellini, che amava ascoltare di tutto durante le sedute di composizione, sedute quasi terapeutiche dove il regista lasciava andare la mente e la fantasia; Mario Monicelli con cui invece le sedute erano veloci e istintive.
Nicola Piovani racconta anche quando, seduto al pianoforte, accarezza i tasti e subito le note prendono il colore dei film di successo come: "L'intervista" e "Ginger e Fred" di Federico Fellini, "Il Marchese del Grillo" e "Speriamo che sia femmina" di Mario Monicelli, "Jamon Jamon" di Bigas Luna.
L'amore per la musica del maestro Piovani è palpabile e come in un'ipotetica lezione, sale in cattedra e illustra come la forza della musica arrivi dall'antichità, ricordando il potere del canto delle sirene sconfitte da Orfeo o il ballo con cui Salomè concupì Erode proponendo un dittico "Partenope" e"La danza dei sette veli", accompagnati dai disegni di Milo Manara proiettati sullo schermo di scena.
Il viaggio prosegue e il pensiero si ferma su Marcello Mastroianni e sulla canzone "Caminito" cantata sul set del film argentino del 1993 "De eso no se habla" o ricordando le sensazioni provate da adolescente quando sentiva arrivare la banda per i festeggiamenti del santo patrono, ricordi diventati spunto per l'aria d'ingresso negli spettacoli di Roberto Benigni come la melodia ripetuta delle campane di un convento detto "suore di Ivrea", MI FA SOL, che venne inserita come rif nella canzone di Fabrizio De André "Storie di un impiegato".
In chiusura bis con la colonna sonora del film "La vita è bella".
Un concerto non concerto quello di Nicola Piovani quasi uno storytelling che ha saputo trasportare il Teatro Romano in un viaggio immaginario di sentimenti e sensazioni.
Un applauso all’organizzazione IDEM sempre attenta alla qualità e alla “bellezza”.